Grandi novità sul fronte della ristorazione all’interno delle opere dell’Istituto Madre Rubatto nel 2023.
Siamo contenti di poter garantire ancora più qualità e cura nei confronti dei nostri ospiti, dei pazienti e del personale interno, grazie all’internalizzazione della ristorazione nelle RSA di Bergamo e Varese e all’interno della Casa di Cura San Francesco di Bergamo.
Due nuovi cuochi, un gruppo di professionisti, prodotti scelti secondo la stagionalità e attenzione alla rotazione del menù che rispetti il gusto e la salute degli ospiti. Queste sono solo alcune delle novità, senza dimenticare menù speciali per allietare e festeggiare stagioni e festività del calendario.
Ristorazione «internalizzata»: in cucina 10 persone, con chef a supervisionare. In tre mesi 35mila refezioni, 400 al giorno.
Alle 10,30 del mattino i pasti sono già pronti per essere distribuiti nei carrelli. A ognuno il suo, secondo un menu che cambia ogni mese. Ci sono anche la polenta con il salame, qualche uovo al «cereghino» e, quando crescono, persino le zucchine e i peperoni coltivati in giardino; 35mila pasti (tra pranzi e cene) in soli tre mesi e un livello di gradimento tale da riempire anche la mensa dei dipendenti. La svolta, alla Casa di cura San Francesco, è arrivata in primavera, quando dopo oltre un decennio il servizio di ristorazione è stato di nuovo «internalizzato»: ci lavorano a tempo pieno tre cuochi, due aiuto cuochi e altre 5 persone di servizio, sotto la supervisione di uno chef che si occupa anche delle cucine della RSA di Varese.
I menu sono studiati su misura per i pazienti, anche grazie al contributo di un nutrizionista, con un’attenzione particolare per gli anziani della casa di riposo. La scelta è ampia: tre primi piatti, tre secondi e poi ancora contorni, frutta e dolci.
Il cibo come forma di cura, al pari di un intervento medico o di un farmaco: «Questo è evidente quando la dieta fa parte della terapia – spiega Anna Maria Villa, legale rappresentante dell’Istituto, nonché referente del servizio di ristorazione –, ma è vero anche che il gusto e il piacere del cibo aiutano a mantenere alti l’umore e la percezione di essere curato meglio».
Qualità e sostenibilità, con un occhio di riguardo ai gusti personali dei propri ospiti: è questa la filosofia del nuovo servizio offerto dalla San Francesco e attivo dal 1° aprile scorso. La cucina è organizzata come quella di un grande ristorante, con una media di circa 400 pasti serviti ogni giorno, e con uno spazio dedicato alla preparazione dei piatti destinati alle persone allergiche o intolleranti.
«Promosso il nuovo servizio».
E a dare qualche suggerimento ai cuochi sul menu di giornata, ci pensano anche le signore anziane della RSA, un modo per loro di socializzare e di sentirsi ancora utili. «Dopo i primi tre mesi i risultati sono già evidenti – spiega suor Anna Maria –. I nostri pazienti hanno dimostrato di gradire il cambiamento, mangiano più volentieri e oggi la ristorazione è tra i punti di forza dei nostri servizi. Vedere tanti anziani che sono tornati a mangiare, e di gusto, è persino commovente». Il progetto proseguirà nei prossimi mesi con altri ambiziosi obiettivi nel mirino: «Abbiamo due sogni – spiega suor Anna Maria –: calibrare i quantitativi e le tipologie di cibo secondo le esigenze caloriche di ogni paziente e del personale, diversificando le proposte anche in base ai reparti di degenza, e studiare un ricettario ad hoc per chi viene a fare le cure oncologiche, perché la dieta è fondamentale anche per questi pazienti».