LA MISSIONE
La storia delle Suore Cappuccine
La salvezza di tutti, che è "Cristo, spinge ,come si è già evidenziato, la Fondatrice a non limitare la sua missione alla sola cittadina di Loano, ma desidera una congregazione che abbracci tutti i rami della carità e che si estenda a tutto il mondo".
Santa Francesca diventa, anche in obbedienza a Padre Angelico e ai Padri Cappuccini, missionaria in Italia e nei paesi dell’America Latina. In poco tempo vengono aperte 9 case in territorio Italiano e dal 1892, su sollecitazione di Padre Angelico, altrettante all’estero. Questa missione porterà Santa Madre Francesca a fare ben 4 viaggi tra l’Italia e il Nuovo Mondo. I primi destinatari dell’azione di cura delle Suore cappuccine saranno proprio i migranti italiani.
Ma non ci si fermerà qui. Con i Cappuccini si entrerà nel cuore della foresta per portare il Signore a coloro che non lo conoscono ancora: gli indios. E’ evidente nella lettera 80 a cui darà seguito la lettera 83, riguardante il viaggio per Alto Allegre, quanto per lei sia normale la ferialità del sacrificio qualora si segua il Signore.
“Per avere ritardata la nostra partenza da Montevideo non siamo arrivate in tempo a prendere l’ultimo vapore, e così, invece di 10 saranno ancora 20 giorni di viaggio; ma pazienza il tempo, il più che dovremo viaggiare in vapore, in barca a remi, e molti giorni a cavallo; e quando ci troveremo molto lontane dall’abitato dormiremo nelle reti, che attaccheremo alle piante. E notate care figlie che abbiamo dovuto lasciare i bauli a Pernambuco, non sappiamo quando li riceveremo, e chissà se più ci arriveranno. .. Riguardo alla nostra salute, nel viaggio abbiamo passato un po’ di tutto, siamo state un po’ malate, ma ora ringraziando il Signore stiamo bastante bene, solamente il mio braccio seguita a farmi male….Nel Rev.do Padre Rinaldo, a abbiamo trovato un vero S. Vincenzo; serio, quattro parole a tutte, ma credetelo, figlie, che ci ha proprio animate. Per lui ha mai bisogno di niente tutto va bene, basta che possa salvar anime…Si alza la mezza notte, attraversa i boschi, giornate intere a cavallo, sotto il sole cocente, che già un poco abbiamo provato anche noi, talvolta con pioggia dirotta e con pericolo della stessa sua vita, dà missione ai selvaggi, e quando torna a casa non di rado conduce seco sul cavallo due tre bimbi ..Lui, attento, vi ha mandato un telegramma affinché stiate tranquille per noi;… . Per adesso il nostro daffare non è altro che asciugarci il sudore…”. Lettera 80
“Il viaggio, fu non solo poetico, ma anche bastante doloroso. Abbiamo pur fatto cinque giorni a cavallo. Il primo giorno che paura! E dinanzi ai sacrifici, che abbiamo sentito narrare dagli stessi selvaggi, che sostengono i nostri Rev. di Padri, quando vanno in Missione, oh! come ci sentiamo umiliate, e più niente ci sembra il nostro patire del viaggio.” (Lettera 83).
IL MARTIRIO DI ALTO ALEGRE
«Con lettera dimissoriale del 1° ottobre 1610 la regina madre Maria de’ Medici, in nome del re [di Francia e Navarra n.d.r.] Luigi XIII, suo figlio, concesse “l’autorizzazione perché fosse fondata, a sud della linea equinoziale, una colonia con un’estensione di cinquanta leghe tutt’attorno al forte che si sarebbe costruito” e “interpose la sua influenza presso il Provinciale [dei Cappuccini] di Parigi” perché “alcuni religiosi partissero per il Maranhão per introdurre la fede fra gli indi”. P. Leonardo, dopo aver consultato i suoi frati ne scelse quattro: p. Ivo d’Evreux, p. Claudio d’Abbeville, p. Arsenio da Parigi e p. Ambrogio d’Amiens che partirono il 2 gennaio 1612 e, dopo un viaggio irto di difficoltà e pericoli, arrivarono all’isola di S. Anna, nel golfo maragnense, il 26 luglio (…) “sopra un altare portatile la domenica 12 agosto 1612, giorno di S. Chiara, i quattro Cappuccini celebrarono per la prima volta in terra maragnense il sacrificio della Messa” fra lo stupore degli indi che assistevano alla cerimonia. I francesi trovarono negli indi un aiuto molto valido per la costruzione del primo nucleo di edifici della futura città di Saint Louis, ribattezzata poi São Luis dai portoghesi, quando conquistarono l’isola». È la Provincia dei Cappuccini lombardi che accetta la missione e che sceglie sei frati perché vi si adoperino.
MONTEVIDEO | 6 MAGGIO 1899
Ai piedi dell’altare un gruppo di sette Terziarie Cappuccine si offre al Signore per una nuova missione aperta nel Maranhão, regione del Brasile nord est. Ma alle volte al Signore il martirio del quotidiano non basta. Il 13 marzo 1901 avvenne il martirio di sangue di 7 delle sue figlie, tutte giovanissime (la più anziana aveva 27 anni), che lei stessa aveva accompagnato in Alto Alegre (Brasile). L’eccidio avvenne quando i cristiani erano radunati in chiesa per la Santa Messa del mattino. Gli attaccanti erano vestiti da selvaggi, con il solo tanga e il corpo dipinto a strisce. Padre Zaccaria fu abbattuto sull’altare, le suore presenti, separate dalle bambine che accudivano, furono raggiunte e uccise. Fatta la strage in chiesa, si diressero alla casa dei missionari e delle suore superstiti e con questi sfogarono ancora di più la loro ferocia con fucili, pugnali e pali. Solo la sera del 14 marzo due uomini riuscirono a portare la notizia a Barro do Corda e solo il 9 aprile giunse uno scaglione di soldati che permise il 28 aprile ai confratelli missionari di arrivare alla missione per recuperare le salme. Con le suore e i frati persero la vita 200 cristiani della missione.
OGGI
Le grandi scuole sono in terra di Missione: i grandi collegi dell’America latina e le scuole per i piccoli fino al liceo in Eritrea ed Etiopia. Le missioni africane nascono nel primo dopoguerra. Verremo espulse come tutti gli Italiani dopo la seconda guerra mondiale, ma ci faremo ritorno ed oggi le missioni africane sono quelle più numerose in quantità di suore e case e sostengono, inviando missionarie, gli altri territori africani e non (anche l’Italia).